Opera: Da... il silenzio di Dio
Carlo Michielin
Parole in croce – In questo segno perdersi. “Cristo proteggiti”
Due assi: una croce. Dritta l’orizzontale, nella sua essenza di tempo finito e di terra. La verticale, piegata nella direzione di cielo non più dato e di ascesa deviata. Forse più dal vento della banalità che dalla negazione. La furia della idiozia ha spazzato via il Corpo. Tragedia della nostra cultura. Prima vilipeso, ora rimosso. Fatto sparire dalla scena pubblica. Corpo osceno. Uno straccio ne testimonia pudiche umane necessità. Resta, solo, il Segno. Assoluto che mette in croce a noi. Simbolo svuotato senza tangibili rinvii. Il tragico che si manifesta. Cura e pietas impossibili senza il corpo vile. Il mistero centrale della resurrezione-salvezza non può più inverarsi. In hoc signo vinces nel dna della storia occidentale. Simulacro dato in testa agli infedeli. Brandito dai politici dell’identità della porta accanto, forse. Posato sui seni di signore e presentatrici tv-fattucchiere o sui petti villosi di uomini tutti d’oro. Portato via o scappato, traditi o liberati: tu non ci sei. Vedi? Sono passato al tu per la tua invadenza! Perché non ci hai abbandonato?
Più forte della presenza, l’assenza. Questo posto vacante urla. S-figurato, stai dentro ad altre figure. Clandestino mai in regola. Ebreo-Palestinese. Inciampi. Zoppichi nello scandalo tuo e in quello del mondo. Sconosciuto compagno di nuove Emmaus. Paradosso di spada e tenerezze non trattenute. Erri o erra chi non mostrandoti ti espone più nudo allo sguardo? Che domande di Altro/Infinito chiedi che emergano per poter ri-figurarti? Se ho capito bene, tu vuoi che siamo noi a riapparire a te. Nudi. Uomini solo. E soli di solitudine e di luce. Nell’atto di squarciare il velo della realtà reale: nel dire e nel dirsi. Non verità. Autenticità precarie e intensità vulnerabili di corpi come il tuo. Nelle nostre storie.
Forza del mettere in arte. Religiosa, sacra, mistica, laica o blasfema. Fuori asse e dai luoghi deputati, al di là del personale autorizzato o di parole consentite. Semplicemente agli in-croci.